Cosa provoca il reflusso gastroesofageo nei lattanti?
Il reflusso gastroesofageo nei lattanti è provocato dal ritorno dallo stomaco all'esofago del cibo e dei succhi gastrici. Questa situazione è presente nella maggior parte dei bebè ed è del tutto naturale, dovuta, sia da un'alimentazione totalmente liquida sia da uno sviluppo non completo del Cardias, che tende a scomparire con il crescere dell'età, generalmente entro il primo anno.
Solo in alcuni casi purtroppo diviene una vera e propria malattia, la malattia da reflusso.
Come riconoscere i sintomi del reflusso gastroesofageo
Il reflusso gastroesofageo crea ovviamente una situazione, di allarme ed ansia nei genitori, e di fastidio al neonato che lo può esprimere in diverse modalità, le più frequenti sono:
- pianto e lamento continuo, quando viene sdraiato nel lettino, che peggiora quando, nel tentativo di calmarlo, viene cullato
- un’agitazione delle gambe e delle braccia, e continui “ versetti” con la bocca come se stesse ingoiando continuamente la saliva.
- difficoltà ad addormentarsi in posizione prona
- rigurgiti e vomiti frequenti anche a distanza della poppata.
- Ruttini continui tra un pasto e l'altro
Cosa fare se il vostro neonato soffre di reflusso gastroesofageo
Prima di tutto bisogna armarsi di pazienza e di spirito di osservazione, il neonato ci parla attraverso i gesti ed il comportamento, non certo con il linguaggio!
Consultare il pediatra per la corretta valutazione della patologia e del suo trattamento.
Provare ad attuare quelle azioni pratiche che consentono di alleviare questa sintomatologia, ad esempio: dopo averlo allattato tenerlo in posizione verticale facilitando così la discesa del latte nello stomaco, usare la fascia per portarlo con sé, etc.
Trattamento osteopatico che può migliorare la sintomatologia, soprattutto quando questa è (scaturita) indotta anche da un ‘alterata posizione della testa o dalle sollecitazioni meccaniche che il neonato ha subito durante la fase del travaglio e del parto, nei parti lunghi o difficoltosi specialmente nella fase espulsiva.
Perché Pediatra ed Osteopata
Perché l'unione, di due discipline, rafforza entrambe.
Il mio consiglio, dopo una visita pediatrica, infatti è quello di portare il proprio neonato anche da un'osteopata esperta nell’ambito pediatrico (perché i bambini non sono adulti in miniatura ma hanno una loro fisiologia specifica) facilitando così un lavoro interdisciplinare tra specialisti della salute che abbiano una visione condivisa sull’importanza del lavoro in equipe, per valutare insieme se realmente vi sono quelle condizioni per intraprendere un percorso osteopatico.